Enzo Galeazzi

Donne per raccontare

La pittura di Anna Sticco, con i suoi soggetti femminili, sembra voglia alzare il sipario sulla moda degli anni trenta. Le sue composizioni, comunque,  permettono di evidenziare la sua indiscussa capacità nell'arte del disegno.
Il processo estetico della Sticco si avvale dunque della figura, per soddisfare il suo senso compositivo.
Le sue "donne" sulla tela vivono, parlano, sorridono con un sorriso pieno di sottointesi. La Sticco, con la sua tavolozza di accesi cromatismi, riesce ad esprimere la sua emotività, i suoi pensieri e, perché no, le sue insoddisfazioni.
I suoi personaggi fenmminili, in piedi o seduti al caffé, vivono una loro realtà (oserei dire) come se volessero primeggiare sull'uomo.
Le luci e le ombre, nelle sue opere, si amalgano per quel reale senso compositivo che lei sa imprimere al suo dipinto. le sue "ragazze" ti guardano ammiccando con i loro grandi occhi, con passione ed ironia ... e speranza.
Per la pittrice le figure degli anni trenta hanno una carica espressiva che più di ogni altra cosa stimola l'attenzione del fruitore che le pensa e le sogna... nei modi più amorosi e sublimi.
E' un ritorno immaginario a quegli anni lontani, gli anni dei (nostri) nonni, in cui il linguaggio dell'amore era "poetico", fatto di cenni, sguardi e sorrisi trepidanti.
La tavolozza della Sticco trova quindi, in quei soggetti, le ragioni creative ed imperative per dire e lasciare con maestria pittorica, a chi osserva le sue opere, la possibilità di entrare nei motivi umani delle figure che rappresentano.
Ogni artista, per definirsi tale, deve segnare la sua presenza attraverso le opere con cui  rappresenta la sua contemporaneità nel modo più personale e valido, nel rispetto del suo pensiero e della cultura che rappresenta.
E' un'epoca, la nostra, che porta su di se il peso delle veloci mutazioni estetiche nell'ambito delle quali ogni espressione o realizzazione artistica puàò essere soffocata dalla cultura del passato, forte abbastanza per prevaricare il nostro attuale mondo delle arti figurative.
Un passato che per la sua grandezza e validità non da ai "poveri di spirito" la capacità di esprimersi con la loro intima fermentazione culturale della conoscenza, ma li costringe a ricopiarlo ripetendosi all'infinito.
Ecco perché dico che ogni artista, per dirsi tale, pur avendo la sua cultura, il proprio modo di esprimere il suo tempo, la sua poesia pittorica, figurativa o no, deve fornire contenuti che rispecchino la contemporaneità.
Dalla linfa del passato oggi l'artista può e  deve far parlare ancora il suo linguaggio artistico. Per farlo bisogna che ascolti il proprio io, le emozioni che gli fermentano dentro, quel ribollire di pensieri che ci permettono di dare alla società odierna l'indicazione della nostra cultura.
Ogni artista quindi potrà in verità e con le sue verità, con capacità realizzativa, creare le opere che il suo modo di sentire riesce a comporre.
La Sticco dipinge usando la figura femminile ed ambientandola negli anni trenta. Lo fa con attenzione, con un'attenzione beffarda, a volte umoristica, lasciando a chi l' ammira la possibilità di guardare dentro quei corpi, grandi, luminosi, espressivi, enigmatici.
I colori per la Sticco sono il complemento alla realtà nascosta di quelle figure.
Il suo quadro non va visto come una ripetizione scolastica, ma come il motivo voluto per raggiungere i suoi sottointesi.
La stesura del colore e la stessa composizione dell'opera ne sono, e lo sono, la conferma di una grande e vivace capacità realizzativa piena di capacità umanistiche libere al punto di poter essere interpretate in maniera diversa a seconda degli stati d'animo di chi ne fruisce