Franco Campoli

Vita quotidiana e sogno

La pittura di  Anna Sticco si colloca, con scelta partecipe e d'istinto, nella rappresentazione ed evocazione dei modi in cui i soggetti sono, appaiono e interagiscono nella vita quotidiana della città. Si tratta, naturalmente, di una interazione di cui la materia costitutiva è rappresentata dal sogno, dai desideri e dalle aspettative dei soggetti che si mettono in gioco. Lo spazio, rappresentato pittoricamente, in cui avviene questa interazione o commedia umana è inerente alla dimensione privata e del tempo libero dei soggetti. Nella rappresentazione della Sticco vi è il punto di incontro tra la vita quotidiana, nel momento della riappropriazione del suo tempo libero, e il mondo del sogno, del desiderio e della nostalgia (magari nostalgia per qualcosa che si è desiderato e non si è ottenuto e il cui desiderio rimane vivo e diviene, pare, costitutivo di un atteggiamento ripetitivo). Questa situazione è rappresentata anche da un particolare punto di luce: i quadri sono ambientati spesso in interni dalla luce notturna ed artificiale che non riesce ad illuminare, vivificandoli, i pur, talvolta, vistosi colori degli abiti delle protagoniste e il cui inesistente, o poco significativo, gioco di ombre sembra volere rimandare, in maniera non dispersiva, al volto e alle espressioni dei soggetti rappresentati. Queste situazioni sono rappresentate, evocate ed enfatizzate da una tecnica di rappresentazione che ricorda anche il fotoromanzo, specialmente, là dove sono presenti, come nel genere succitato, i riti, gli espedienti, la moda come mascheramento e seduzione e i simboli del prestigio sociale e della ricchezza attraverso i quali i soggetti (la cui posta in gioco è l'affermazione individuale, sociale e sentimentale) vogliano magari azzardare una mossa vincente. Con questo sembra vogliono riscattarsi dalla debolezza e dalla solitudine di fondo e divenire importanti attraverso l'immagine che si è riusciti a dare di sè all'altro. La pittrice avverte e rappresenta pittoricamente come certe situazioni possano scivolare nel disumano e nel grottesco: in certi quadri i protagonisti possono diventare degli inquietanti rapaci oppure degli insignificanti manichini. In definitiva sembra che la dimensione nella quale si muovono i protagonisti sia fortemente asimmetrica e conflittuale: l'esito finale può essere la solitudine e il refluire, specialmente per la donna, nel sogno ed arrivare ad evocare e a toccare, palpabilmente, ricordi e frammenti d'infanzia. Nella Sticco vi è un contributo alla rappresentazione di quella che è stata definita da un sociologo americano la folla solitaria. Comunque, nell'artista, al di là di intenti descrittivi o critici vi è una partecipazione curiosa, indulgente verso questo rappresentato pittoricamente. Si avverte sottilmente come il mondo trattato sia un mondo vitale, stimolante, al quale siamo tutti noi legati da mille inestricabili fili. In questo atteggiamento empatico verso questo mondo popolato da interazioni, sentimenti e contraddizioni avverto un legame che unisce la Sticco, senese d' adozione addirittura a certe canzoni della Gianna Nannini